Lo sai che un tappeto erboso brillante e uniforme è spesso il sogno di chiunque abbia un giardino? Un prato ingiallito, al contrario, può trasmettere un’aria di trascuratezza e, soprattutto, indica che qualcosa non va nel modo in cui lo stiamo curando. A volte il problema è legato all’irrigazione, altre volte a malattie fungine, altre ancora a un concime sbagliato o distribuito in modo scorretto. In questa guida, vedremo come orientarsi nella scelta di un buon prodotto fertilizzante e quali sono i prezzi medi, così da rimettere in sesto il tuo prato e farlo tornare a sorridere di verde.
Perché il prato si ingiallisce?
Ti sarai chiesto almeno una volta: “Ma come mai il mio prato ha perso colore?” Le cause sono tante, e non sempre dipendono dalle stesse ragioni. Le più comuni sono:
- Carenza idrica: quando l’erba non riceve abbastanza acqua, oppure quando l’irrigazione è mal distribuita.
- Stress termico: estati torride o inverni troppo rigidi possono causare un vero shock all’erba.
- Concimazione errata: se c’è un deficit di nutrienti o, all’opposto, un eccesso di prodotti chimici, il prato potrebbe ingiallire.
- Malattie fungine: certe patologie, come il fusarium o il dollar spot, inducono macchie giallognole o addirittura marroncine.
- Taglio troppo basso: se si accorcia l’erba in modo eccessivo, specie nelle ore calde, la pianta va in stress e si ingiallisce.
La verità è che, spesso, la mancanza di un ciclo di fertilizzazione corretto è una delle principali ragioni di un prato spento. Anche una carenza di azoto (N) si mostra proprio con chiazze gialline sparse qua e là, mentre un eccesso di concime, paradossalmente, rischia di “bruciare” il tappeto erboso.
I nutrienti chiave: N, P, K e non solo
Quando parliamo di concime per prato, ci riferiamo di solito a formulazioni che combinano Azoto (N), Fosforo (P) e Potassio (K). Questi tre elementi, riuniti nella sigla “NPK,” sono essenziali per la crescita e il benessere dell’erba:
- Azoto (N): è fondamentale per dare colore e vigore al tappeto erboso. Stimola lo sviluppo della parte aerea, rendendo l’erba più verde e densa.
- Fosforo (P): favorisce la radicazione, aiuta le piante a crescere in profondità e a resistere meglio alle avversità.
- Potassio (K): contribuisce a rendere l’erba più robusta e resistente allo stress idrico, alle malattie e al calpestio.
Oltre a questi macroelementi, alcuni concimi contengono microelementi come ferro, manganese e zinco. Il ferro, in particolare, è un alleato prezioso per dare un colore intenso e sano al prato. Se la tua erba tende a ingiallire anche in presenza di una buona irrigazione, potresti aver bisogno di un prodotto ricco di ferro.
Ricorda, però, che non tutti i periodi dell’anno sono uguali: in estate, ad esempio, è meglio ridurre i fosfati e non esagerare con l’azoto per evitare crescite esuberanti e facilmente attaccabili da funghi.
Come scegliere il concime più adatto
Siamo di fronte a un prato ingiallito e ci chiediamo quale concime comprare. La risposta dipende da vari fattori: la stagione, il tipo di erba, il tipo di terreno e, chiaramente, la natura del danno. Ecco qualche consiglio:
- Concimi a lenta cessione: rilasciano gradualmente gli elementi nutritivi, assicurando un apporto costante per diverse settimane. Sono ideali per chi vuole ridurre il numero di applicazioni durante l’anno e mantenere un prato stabile.
- Concimi a pronto effetto: contengono sostanze che vengono assorbite in fretta dalle radici, dando un risultato visibile in poco tempo. In caso di ingiallimento da deficit di azoto, un prodotto a pronto effetto può riportare il colore al prato in modo abbastanza rapido. Attenzione, però: se si esagera con le dosi, si rischiano scottature.
- Formule specifiche per la stagione: in primavera, solitamente si punta su un concime ad alto contenuto di azoto (N) per favorire la crescita vigorosa. In estate, si preferisce un titolo più orientato al potassio (K) per proteggere l’erba dal caldo e dalla siccità. In autunno, si possono usare prodotti con più potassio e ferro per rinforzare il prato prima dell’inverno.
- Concimi organici vs chimici: i primi derivano da fonti naturali (letame, compost, pollina), mentre i secondi sono di sintesi. Gli organici sono più lenti nel rilascio, ma contribuiscono a migliorare la struttura del suolo. I chimici, invece, agiscono velocemente e permettono un dosaggio più preciso, ma se utilizzati in modo eccessivo possono impoverire la microflora del terreno.
La scelta, quindi, deve essere bilanciata tra ciò che serve subito (recupero del colore) e ciò che serve alla lunga (robustezza e salute generale del prato).
Ultimo aggiornamento 2025-06-14 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Frequenza di concimazione: quante volte all’anno?
Non c’è un unico schema valido per tutti, ma in linea di massima è consigliabile procedere con 4-5 concimazioni annuali. Spesso si seguono queste tappe:
- Fine inverno (marzo): per risvegliare il prato dalla pausa invernale, si usa un prodotto a base di NPK, con un buon tenore di azoto.
- Primavera inoltrata (maggio): si assicura un rinforzo durante il picco vegetativo.
- Inizio estate (metà giugno-luglio): si fornisce un po’ di nutrimento extra, eventualmente evitando dosi massicce di fosforo, per non favorire eccessivamente il muschio o le infestanti.
- Inizio autunno (settembre): si prepara il prato ad affrontare la stagione fredda, puntando su potassio e ferro per una maggior resistenza.
- Fine autunno (dicembre): se il clima lo consente, un’ultima concimazione leggera permette di sostenere il tappeto erboso anche nei periodi di bassa attività.
Se hai un prato molto stressato, potresti inserire una concimazione “di salvataggio” con un prodotto pronto effetto, ma sempre tenendo d’occhio le dosi. Si tratta di un rimedio d’emergenza, non di un abitudine per tutte le stagioni.
Come evitare di bruciare il prato con il concime
Forse conosci già la sensazione di spargere generose manciate di concime per poi notare, dopo pochi giorni, zone ancora più gialle o addirittura bruciate. È un classico errore di dosaggio o di distribuzione. Per prevenirlo:
- Usa un carrello spandiconcime: consente di spargere il prodotto in modo uniforme, evitando accumuli in alcuni punti e carenze in altri.
- Segui le istruzioni: se sulla confezione c’è scritto di dosare 30 g/m², non pensare che 60 g/m² farà bene al doppio. Superare la soglia consigliata aumenta il rischio di scottature.
- Annaffia dopo aver concimato: una leggera irrigazione, subito dopo la distribuzione, aiuta a far assorbire il prodotto e a diluirne la concentrazione.
- Raccogli i granuli in eccesso: se per errore hai versato troppo concime in un’area, prova a toglierlo con un rastrello o a irrigare abbondantemente, così da ridurre i danni.
Nel caso tu abbia già combinato un disastro, l’unica cosa è cercare di minimizzare la concentrazione del prodotto e, se possibile, riseminare le zone compromesse non appena la situazione si stabilizza.
Quali prezzi aspettarsi per i concimi da prato
Parliamo adesso della parte più “spicciola”: quanto costa un concime per prato ingiallito? I prezzi variano in base alla formulazione, al marchio e al formato delle confezioni. Per darti un’idea generale:
- Concimi granulati a lenta cessione (NPK): un sacco da 5 kg può oscillare tra i 15 e i 30 euro, mentre per formati da 25 kg si può arrivare a spendere 50-70 euro o più, a seconda della marca e della qualità degli ingredienti.
- Concimi a pronto effetto: spesso disponibili in sacchetti da 1-2 kg, con prezzi che partono da 10-12 euro e possono salire se il prodotto contiene microelementi preziosi (come ferro o oligoelementi specifici).
- Concimi liquidi o fogliari: di solito si trovano in flaconi da 1 litro a prezzi variabili tra 8 e 20 euro. Spesso sono concentrati, quindi durano diverse applicazioni.
- Prodotti specifici antimuschio o ad alto contenuto di ferro: possono costare un po’ di più della media (anche 4-5 euro al kg), ma agiscono in modo mirato sul problema dell’ingiallimento causato da carenza di ferro o presenza di muschio.
Nel complesso, la spesa annua per fertilizzare un prato di dimensioni medie (100-200 m²) può andare dai 30 ai 100 euro, a seconda di quante somministrazioni effettui e di che tipo di concime scegli. Un prodotto di fascia media, usato con costanza, in genere basta a mantenere l’erba in buona salute.
Non solo fertilizzanti: prevenzione e manutenzione
Lo dicevamo all’inizio: un prato ingiallito non è sempre e soltanto questione di concime. Altre abitudini contano tantissimo:
- Irrigazione: meglio poche irrigazioni ma abbondanti, piuttosto che bagnare tutti i giorni in modo superficiale. Così stimoli l’erba a radicarsi in profondità e a resistere meglio all’arsura.
- Orario di annaffiatura: al mattino presto è la scelta giusta. Se innaffi la sera, l’umidità notturna può favorire la comparsa di malattie fungine.
- Altezza di taglio: in estate, evita di rasare troppo basso. Un’erba di 5-6 cm ombreggia il suolo e riduce l’evaporazione, proteggendosi dai raggi più intensi del sole.
- Arieggiatura: almeno una volta l’anno (spesso in primavera o in autunno), toglie il feltro e favorisce il passaggio di aria, acqua e sostanze nutritive.
- Controllo delle malattie: se noti macchie circolari o polveri bianche, potresti avere a che fare con funghi. Un corretto bilanciamento di umidità e nutrienti, unito a eventuali prodotti fungicidi, aiuta a risolvere la situazione.
Se sistemi questi aspetti, il concime che acquisti potrà davvero esprimere il suo potenziale, evitando di diventare uno spreco di soldi e di fatica.
Occhio alle stagioni: differenze tra primavera, estate e autunno
Abbiamo già accennato alle varie concimazioni dell’anno, ma ecco una panoramica più dettagliata:
- Primavera: in marzo o aprile, l’erba si risveglia dal riposo invernale. Va sostenuta con un concime che abbia una buona dose di azoto per stimolare la ripresa.
- Inizio estate: tra giugno e luglio, si può fare un intervento più leggero, puntando soprattutto sul potassio (e un po’ di azoto, ma senza esagerare) per preparare il prato al caldo estivo.
- Fine estate – inizio autunno: a settembre, di solito, è il momento per una concimazione più corposa, in cui il potassio (K) e magari un pizzico di ferro possono fortificare il tappeto erboso contro i primi freddi.
- Tardo autunno: si può aggiungere un’ultima dose di nutrienti (se il clima non è già troppo rigido), così l’erba affronta l’inverno con riserve sufficienti, riducendo il rischio di ingiallimento o diradamento.
Ricorda che, se il prato soffre già in piena estate, non ha senso sovraccaricarlo di fertilizzanti in un periodo in cui l’erba è stressata dal caldo. Meglio agire sulla corretta irrigazione, alzare leggermente il taglio, e aspettare che le temperature calino per intervenire in modo più incisivo con un prodotto specifico.
E se il prato è ormai rovinato? Seminare o rigenerare
A volte, purtroppo, il tuo tappeto erboso ha già superato il limite, con zone secche o addirittura morte. Che fare? La concimazione aiuta il resto del prato a riprendersi, ma le aree nude vanno risistemate. Due soluzioni:
- Trasemina localizzata: se le chiazze non sono troppo estese, puoi spargere semi nelle zone diradate, magari dopo una leggera scarificatura per favorire l’ancoraggio.
- Risemina completa: se tutto il prato è compromesso, in autunno o primavera puoi decidere di rifarlo (o rigenerarlo) con semine più abbondanti, dopo aver preparato bene il terreno e corretto eventuali problemi (come pH sbilanciato o drenaggio insufficiente).
Ovviamente, dopo aver seminato, occorre fornire i giusti nutrienti e mantenere costante l’umidità del suolo senza esagerare, così i nuovi fili d’erba si radicheranno e riporteranno la situazione alla normalità.
Conclusioni
Un prato ingiallito non è la fine del mondo. Con la giusta concimazione, un’irrigazione intelligente e qualche accorgimento di manutenzione, si può rimettere in sesto anche un tappeto erboso apparentemente condannato all’abbandono. L’importante è capire la causa dell’ingiallimento (carenza d’acqua, scarsa nutrizione, malattie) e agire in modo mirato.
Nel panorama dei concimi per prato, trovi opzioni di tutti i prezzi e per ogni esigenza: dai prodotti basici a quelli più evoluti con aggiunta di ferro e microelementi. Prima di acquistare, chiediti quale sia la priorità: serve una ripresa rapida? O forse è meglio puntare su una soluzione graduale e sostenibile nel tempo? In ogni caso, le cifre non sono proibitive, soprattutto se parliamo di un giardino di dimensioni contenute.