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Aggiornato il 1 Marzo 2025 da Luca Tavella

Come Eliminare le Felci da un Prato

Indice

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  • Perché le felci invadono il prato
  • Qualche dettaglio sulle felci
  • Prima mossa: migliorare l’ambiente del prato
  • Estirparle a mano: missione impossibile?
  • Diserbanti selettivi: come, quando e perché
  • Regolare l’ombra: quando il sole è tuo alleato
  • Correggere il pH: la calce come alleata
  • Potenziare il prato: fertilizzazione e trasemina
  • Controllare regolarmente: la costanza paga
  • Conclusioni

Alcuni apprezzano l’aspetto lussureggiante delle felci, con quel verde intenso e quelle fronde eleganti che richiamano un angolo di bosco incantato. Altri, invece, quando le vedono spuntare in mezzo al prato, storcono il naso. Se stai cercando di coltivare un manto erboso uniforme, ti capisco perfettamente. Onestamente, le felci possono diventare un vero grattacapo: si diffondono in fretta, spesso in zone ombreggiate o umide, e competono con l’erba, soffocandone la crescita.
Insomma, c’è chi ama il loro fascino primordiale e c’è chi vuole sbarazzarsene. Se ti trovi nel secondo gruppo, hai cliccato sull’articolo giusto. Fammi spiegare meglio come eliminare o almeno ridurre le felci dal prato, bilanciando metodi naturali, correzione del suolo, e, quando necessario, l’impiego di diserbanti selettivi.

Perché le felci invadono il prato

Le felci, in natura, prosperano in ambienti umidi e ombrosi, spesso caratterizzati da un terreno acido e ricco di sostanza organica. In giardino, specialmente nelle zone più fresche o poco soleggiate, possono comparire con facilità. Hai presente quell’angolo del tuo prato sempre in ombra, magari vicino a un muro o sotto piante ad alto fusto? Quello è il posto perfetto per le felci, che possono estendere i loro rizomi nel sottosuolo e spuntare qua e là con le fronde arricciate, pronte a srotolarsi.
Il terreno acido è uno dei fattori principali che favoriscono la loro diffusione. Se l’erba non riesce a competere in queste condizioni, le felci si ritrovano senza avversari degni di nota. Ecco perché spesso, prima ancora di pensare a un diserbante, vale la pena capire com’è il terreno del tuo giardino. A volte è sufficiente una correzione del pH (ne parliamo più avanti) per ridurre la crescita di felci in modo significativo.

Qualche dettaglio sulle felci

Prima di combattere qualcosa, è utile saperne almeno un briciolo di teoria. Le felci sono piante prive di fiori e semi (a differenza delle erbacce più comuni), si riproducono attraverso le spore e dispongono di un rizoma sotterraneo che emette nuovi fusti.
Alcune specie di felci si mantengono abbastanza basse, altre, invece, possono raggiungere anche i 60-70 cm d’altezza, e non è proprio l’ideale se desideri un prato omogeneo e rasato di fresco. Oltretutto, quando diventano molte, tolgono luce e spazio all’erba, creando zone d’ombra e umidità continua che favorisce funghi e malattie del tappeto erboso.
Un buon indizio per capire se il tuo prato sta lentamente scivolando nelle “grinfie” delle felci è la comparsa di macchie scure di muschio o funghi. Se vedi muschio e felci spuntare insieme, significa che il terreno è probabilmente acido e tende a trattenere troppa umidità in superficie. Insomma, non il massimo per le tue povere graminacee.

Prima mossa: migliorare l’ambiente del prato

Potrà sembrare banale, ma il vero nemico delle felci è un prato in salute. Se l’erba sta bene, sarà molto più difficile per le felci prendere il sopravvento. E come far stare bene un prato? Iniziando dalla base:

  1. pH del terreno: Se il terreno è troppo acido (sotto 5,5), la crescita dell’erba rallenta e si facilita la diffusione di felci, muschio e altre infestanti. A volte, basta un’analisi del terreno (puoi trovare kit economici online o nei vivai) per scoprire che il pH è fuori soglia. Se è troppo basso, puoi intervenire con calce o con prodotti appositi, che vanno distribuiti di solito tra l’autunno e l’inverno.
  2. Drenaggio: Un suolo in cui l’acqua ristagna favorisce l’umidità costante, l’habitat preferito delle felci. Se noti pozze d’acqua dopo la pioggia, pensa a migliorare il drenaggio. Magari puoi mescolare sabbia o terriccio più leggero negli strati superficiali, o addirittura realizzare canaline di scolo in casi estremi.
  3. Concimazione equilibrata: L’erba, per competere con le felci, dev’essere forte. Un buon concime bilanciato (ricco di azoto nella fase di crescita primaverile) aiuta il prato a infittirsi. Quando i fili d’erba diventano fitti e vigorosi, lasciano meno spazio alle spore delle felci per attecchire.

Correggendo queste condizioni, spesso si riduce la proliferazione delle felci in modo notevole. Sì, ci vuole un po’ di pazienza e costanza, ma è un metodo a basso impatto ambientale e che porta benefici duraturi all’intero giardino.

Estirparle a mano: missione impossibile?

Se l’infestazione è limitata a qualche ciuffo in un angolo, la rimozione manuale può essere la soluzione più semplice. Armati di guanti da giardinaggio e, se vuoi renderti la vita un po’ meno complicata, fallo quando il terreno è umido (ad esempio dopo una leggera pioggia). In questo modo, i rizomi delle felci vengono via più facilmente.
Tieni presente che le felci hanno radici a rizoma che si estendono orizzontalmente nel sottosuolo. Se strappi solo la parte aerea, ma lasci i rizomi, la pianta ricrescerà. Quindi, dovresti provare a scavare un pochino attorno alla base, cercare i rizomi e tirarli con delicatezza ma decisione.
Lo svantaggio di questo approccio? È faticoso e, se il tuo prato è grande o molto infestato, rischi di fare un lavoro interminabile. Inoltre, basta un frammento di rizoma rimasto nel terreno e la felce si rigenera come se nulla fosse. Ma, soprattutto per piccole zone, è un metodo ecologico e a costo zero, a parte la tua pazienza e la schiena.

Diserbanti selettivi: come, quando e perché

È possibile colpire le felci con prodotti specifici? Sì, esistono diserbanti selettivi mirati per piante a foglia larga che possono avere un certo effetto anche sulle felci, ma il loro impatto varia in base alla specie e allo stadio di crescita.
Un’alternativa sono gli erbicidi totali (non selettivi) come il glifosate, ma bisogna usarli con la massima cautela, perché colpiscono qualsiasi vegetale, erba compresa. Se scegli questo percorso, potresti dover “pennellare” le fronde delle felci con il prodotto, cercando di non toccare l’erba circostante. È un lavoro di precisione, e a volte complicato se le felci sono piccole e si trovano tra i fili d’erba.
Se ti orienti verso i diserbanti selettivi, controlla sempre l’etichetta e prova su una piccola area del prato per vedere come reagisce. Inoltre, scegli il momento giusto: l’applicazione di solito si fa a inizio primavera o a fine estate, quando le felci sono in fase di crescita attiva. Non applicare su piante stressate dal caldo eccessivo o dalla siccità. E, per ottenere risultati, segui scrupolosamente i dosaggi indicati e le condizioni di sicurezza (guanti, mascherina, niente vento forte, niente pioggia imminente).
È importante ricordare che i diserbanti vanno usati come “ultima risorsa,” dopo aver provato a migliorare il terreno. In effetti, se il pH rimane troppo acido e il drenaggio resta pessimo, le felci torneranno, e tu dovrai spruzzare più e più volte, con conseguenze negative sia per il portafoglio che per l’ecosistema del tuo giardino.

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Regolare l’ombra: quando il sole è tuo alleato

Le felci, come dicevamo, amano l’ombra. Se gran parte del tuo prato è coperto da alberi d’alto fusto o siepi molto dense, è possibile che la luce solare diretta non arrivi mai a toccare il tappeto erboso. E allora l’erba, poverina, si trova in seria difficoltà, mentre le felci prosperano felici in un ambiente che sembra fatto apposta per loro.
Se è possibile, potresti potare leggermente gli alberi o sfoltire i cespugli, così da lasciar filtrare più sole. L’idea non è radere al suolo la chioma degli alberi, ma trovare un compromesso che regali un po’ di luce all’erba, mantenendo comunque l’equilibrio estetico.
Può sembrare un trucco banale, ma a volte basta una potatura strategica a inizio primavera per cambiare le condizioni di luminosità, scoraggiando le felci. Naturalmente, se hai un giardino molto boschivo e ami l’atmosfera ombrosa, devi accettare che le felci si sentiranno a casa. In quel caso, magari, la convivenza non è così tragica: potresti persino decidere di lasciarle in un angolo più “selvatico,” concentrandoti sul resto del prato per renderlo libero da ospiti indesiderati.

Correggere il pH: la calce come alleata

Uno dei segreti per tenere lontane le felci è quello di rendere il terreno meno acido. Se dall’analisi risulta che il pH è molto basso (diciamo intorno a 5 o meno), potresti distribuire calce agricola per alzarlo leggermente. È un processo graduale: non ci si aspetta di cambiare il pH da un mese all’altro. Di solito, si sparge calce a fine inverno o inizio primavera, poi si controlla nuovamente la situazione dopo qualche mese.
Nel frattempo, puoi integrare un buon compost o un terriccio leggero per migliorare la struttura del suolo. Un terreno ben strutturato e con un pH accettabile è l’ambiente ideale per il prato. E se l’erba si rinforza, le felci faticano a trovare spazi liberi.

Potenziare il prato: fertilizzazione e trasemina

Una volta che hai rimosso le felci (o almeno una parte), spesso ti ritrovi con chiazze prive d’erba. Meglio non lasciarle scoperte, perché si trasformerebbero in un invito per nuove piantine di felce o altri ospiti sgraditi. Ecco perché la trasemina è utile.

  • Fase 1: Preparazione
    Rastrella la zona, rompi le zolle di terra indurite e livella un po’ il terreno. Se hai corretto il pH e migliorato il drenaggio, tanto meglio.
  • Fase 2: Semina
    Distribuisci i semi di graminacee adatti alla tua zona climatica e al tipo di esposizione (c’è chi preferisce miscele specifiche per zone in ombra, ad esempio).
  • Fase 3: Cura iniziale
    Una leggera rullatura o una passata con i piedi per far aderire i semi al terreno, poi un’annaffiatura gentile ma costante finché non vedi spuntare i primi fili d’erba.
  • Fase 4: Concimazione
    Un buon fertilizzante ricco di azoto aiuta i giovani fili a crescere sani. Se il prato si infittisce velocemente, copre il terreno e scoraggia il ritorno delle felci.

Questo ciclo di interventi (rimozione, trasemina, fertilizzazione) è la base per un prato rigoglioso a lungo termine. Non è un lavoro che si fa una volta sola e basta: serve una certa periodicità e la capacità di intervenire appena noti qualche problema di rilievo.

Controllare regolarmente: la costanza paga

Sì, lo so, dopo aver combattuto le felci con ogni mezzo, sarebbe bello tirare un sospiro di sollievo e non pensarci più. Ma le piante, si sa, hanno un’inesauribile voglia di vivere. Basta un rizoma rimasto nel sottosuolo o qualche spora portata dal vento, e ricompaiono di nuovo.
Per evitare sorprese, tieni sempre un occhio sul tuo prato, specialmente nelle zone più umide e ombrose. Se noti un ciuffetto di felce appena spuntato, intervieni subito, prima che abbia il tempo di radicare in profondità. Fare piccoli interventi costanti è molto più semplice che affrontare una giungla di felci in piena estate.
In fondo, monitorare il giardino è anche un piacere: ti permette di cogliere i cambiamenti stagionali, di individuare zone che necessitano di più acqua, o altre in cui l’erba soffre per mancanza di nutrienti. A volte, girare con un caffè in mano e osservare il prato può diventare un rituale rilassante, quasi una meditazione.

Conclusioni

Eliminare le felci dal prato richiede un approccio a più livelli, senza che esista un’unica soluzione miracolosa. Anzi, è la sinergia di vari metodi a fare la differenza:

  1. Migliorare le condizioni del terreno: correggere il pH troppo acido, agevolare il drenaggio, garantire una corretta esposizione solare se possibile.
  2. Estirpare manualmente: se la diffusione è ancora limitata, estrarre i rizomi e controllare regolarmente che non ricompaiano.
  3. Usare diserbanti con attenzione: solo se necessario, scegli prodotti selettivi o appli­ca erbicidi totali in maniera mirata, evitando di danneggiare l’intero tappeto erboso.
  4. Ripopolare le zone vuote: dopo la rimozione, semina nuove graminacee e fertilizza per rendere il prato folto e pronto a competere con eventuali nuove spore di felce.
  5. Manutenzione costante: piccole azioni regolari (controllo, potatura delle piante vicine, concimazione equilibrata) sono preferibili a un grande intervento ogni tanto.

Un prato sano e vigoroso è la migliore arma contro qualsiasi infestante, felci incluse. Naturalmente, se abiti in una zona molto umida e ombrosa, potresti dover accettare un margine di convivenza. Non è detto che sia necessariamente un male: in alcuni contesti, un angolino di felci crea un’atmosfera suggestiva, quasi fiabesca.

Gestire un prato non è mai un compito “mordi e fuggi.” Richiede costanza, studio e, lo ammetto, un pizzico di passione. Le felci sono una presenza antica e affascinante, ma quando compaiono dove non le vogliamo, possono dare parecchio filo da torcere.
La buona notizia è che, lavorando sul suolo e sulle condizioni ambientali, avrai già un vantaggio enorme. Integra poi la rimozione manuale (o l’uso di diserbanti selettivi, se strettamente necessario) e vedrai che piano piano il tuo prato recupererà spazi e vigore. Se rimani costante e non abbassi la guardia, le felci finiranno per perdere la loro battaglia.
Alla fine, potrai goderti un tappeto erboso fitto e omogeneo, con la certezza di averlo difeso dall’avanzata di queste tenaci pionieri del sottobosco. E se, nel frattempo, ne avrai scoperto la bellezza in un’area dedicata e ombreggiata del giardino, beh, avrai un doppio guadagno: un prato libero dalle felci e un angolo “selvaggio” per gli appassionati di piante preistoriche. Buon lavoro e, mi raccomando, non dimenticare di dedicarti anche ai momenti di pura contemplazione: il giardino è fatto anche di questi attimi di pace, tra una lotta e l’altra contro ospiti indesiderati.

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Filed Under: Guide

About Luca Tavella

I prati sono sempre stati la mia passione.
Sono dipendente di un'azienda di giardinaggio che si dedica alla realizzazione e alla manutenzione di giardini, terrazze, impianti di irrigazione e spazi verdi.

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