In questa guida spieghiamo come rifare il prato del giardino.
Ci sono delle situazioni che spingono a rifare il prato del proprio giardino. Se, per esempio, cominciano ad apparire delle macchie di giallo sempre più grandi, già questo può essere un segnale che il giardino va rinnovato. Ma potresti avere voglia di piantare un’erba diversa, più forte e rigogliosa. Oppure, ed è un’eventualità da tenere sempre presente, il prato manifesta segni di stanchezza, dovuti probabilmente ad un terreno troppo compatto e mal aerato. Risulta essere il segnale che il fondo radicale è debole e può essere aggredito dal marciume, dagli insetti e dalle muffe. A questo punto probabilmente ti costa meno rifarlo e, certamente, alla fine otterrai un risultato splendente ed eccezionale. Però, se al primo impianto magari non hai fatto attenzione a rispettare una serie di precauzioni, e di passaggi, questa volta è il caso di rifarlo con tutte le regole dell’arte.
Analizzare lo Stato del Prato
L’analisi del prato parte dalla conta dei danni, almeno se è questa la ragione per cui stai intervenendo.
Tocca a te decidere, perché, secondo le regole, è sufficiente che sia salvo almeno il 60% del prato per effettuare la semina. Poi capirai a pelle, soprattutto se apprezzi il tuo prato, se è il caso di rifarlo.
Bisogna poi considerare la ragione del rinnovo, che è sempre conseguente ad un’analisi dello stato del prato, magari fatto fare ad un esperto del settore, per capire se effettivamente è sufficiente l’aggiunta di altri semi o se bisogna andare verso una soluzione diversa. E questa scelta ovviamente va fatta prima di agire.
Importante è anche valutazione dell’impegno per portare a termine il lavoro. Bisogna fare prima un piano di interventi, che serve a capire se puoi affrontare il lavoro da solo, di quali macchine hai bisogno, che sia un arieggiatore o uno spandiconcime, ovviamente da noleggiare, e se ti serve aiuto manuale e consulenza di un esperto.
Risulta essere un passo indispensabile perché solo così puoi quantificare tempo e denaro da impiegare per rifare il prato del tuo giardino.
Riseminare o rinnovare il prato sono interventi abbastanza diversi, e dipendono sia dalla situazione generale del prato che da alcuni particolari, che potrebbero giocare a favore di una soluzione piuttosto che l’altra.
L’analisi del terreno consente di sapere se c’è una carenza particolare che non può essere risolta aumentando le dosi di concime. E non solo, perché insieme a tutti i grafici e i numeri delle analisi, c’è anche una relazione dettagliata, da parte del laboratorio, che spiega cosa risulta essere meglio fare. Una relazione importantissima, sia se decidi di intervenire con la trasemina che con il rinnovo. Infatti sarà questa relazione, magari con l’aiuto di un esperto, a spiegarti i vari passi da fare, come e quando.
Quando Rinnovare il Prato
Il momento migliore per rinnovare il prato è quando il terreno è sufficientemente caldo da consentire la germinazione del seme. Per capirlo basta utilizzare un termometro adatto che deve segnare almeno 10 gradi.
In generale, potrebbe essere una buona idea aspettare oltre la data che generalmente si dedica al taglio stagionale, perché coincide con la rinascita e il rinverdimento delle piantine.
Una volta individuato il momento giusto, bisogna scegliere l’azione giusta a seconda della situazione.
Qui entra in campo l’analisi del terreno a cui abbiamo fatto riferimento in precedenza, che indica passo passo come intervenire se ci sono carenze nutritive o problemi di altro genere. Se si riscontrano vari problemi in zone differenti, allora bisognerà scegliere un intervento che sia soddisfacente per ambedue le cause o fare operazioni differenti in ciascuna zona.
C’è anche la possibilità che in qualche zona ingiallita il terreno non presenti problemi, e ad avere fatto ammalare il prato sia l’ombra causata da un albero che è cresciuto o da una sopraelevazione edilizia che al tempo del primo impianto non esisteva.
In questo caso la soluzione può essere quella di prendere dei semi più resistenti alla carenza di sole diretto, e dare una sfoltita e una potata all’albero.
In ogni caso, la prima azione è l’eliminazione delle erbacce.
Purtroppo nel prato le erbacce sono una costante e vanno eliminate prima che entrino in competizione con le nuove piantine.
Un’operazione che, se non sono molte e particolarmente radicate, puoi anche fare a mano, ma in genere è preferibile usare un erbicida, facendo attenzione ai tempi di permanenza del prodotto. Alcuni svaniscono dal terreno in 7 o 10 giorni, altri potrebbero costringerti ad aspettare anche tre o sei settimane.
Poi devi controllare lo strato spugnoso del terreno rimuovendo una zolla di qualche centimetro. Se quando comprimi la zolla lo strato risulta più spesso di due centimetri devi arieggiare.
Se il prato è piccolo ti basta un rastrello arieggiatore manuale, se supera i 300 metri quadri meglio un rastrello a motore, o uno scarificatore agganciato al tagliaerba.
Con lo stesso rasaerba verticale munito di scarificatore, dopo avere eliminato il feltro ovviamente, puoi preparare il terreno per la semina.
Devi impostare la profondità dei denti dello scarificatore tra i 3 mm e 1 centimetro massimo, e poi rastrellare i detriti.
Puoi scegliere però di arieggiare più profondamente ripassando il terreno più volte. La soluzione migliore è quella di usare entrambe le tecniche in modo da arieggiare anche in profondità e agevolare l’arrivo dell’acqua alle piante e ai semi.
La durezza del terreno è una condizione diffusa ovunque, e l’arieggiamento regolare e costante è molto importante per il prato, perché migliora la penetrazione dell’acqua che altrimenti rimarrebbe in superficie.
Prima della semina bisogna poi irrigare. La terra non deve diventare un acquitrino ma deve essere umida abbastanza da fare germogliare i semi. Risulta essere buona norma, se il terreno è particolarmente asciutto, cominciare ad irrigare qualche giorno prima della semina, almeno per un’ora o due, in modo da ammorbidirlo. Umidità e temperatura sono l’avvio perfetto per il nuovo prato.
Oltre all’acqua, alle piante serve cibo per crescere e radicare presto e bene. Anche la concimazione è un’operazione che va effettuata prima della semina. Il concime generalmente è un azotato a lento rilascio. Ma se devi caricarlo con altri sali, come fosforo e potassio, questo lo saprai, quantità comprese, consultando la relazione allegata alle analisi del terreno, che, come vedi, è importante anche in questa fase.
La scelta di usare lo stesso tipo di semi impiegato per la precedente versione del prato è, in genere, la tentazione costante di chi rimpianta, ma potrebbe non essere la scelta giusta.
Per saperlo basterà consultare la solita relazione contenuta tra le analisi del terreno dove, soprattutto se lo hai chiesto espressamente, è indicato anche il tipo di semente più adatta. Ma se non c’è ti basterà portare le analisi ad un tecnico, e sarà lui a consigliarti.
La semina la puoi anche fare a mano, soprattutto se il prato è piccolo, ma, se si tratta di un prato più grande, meglio che prendi uno spandiconcime centrifugo, magari da collegare allo scarificatore