In questa guida spieghiamo quando e quanto innaffiare il prato.
Quando si posa un nuovo prato, generalmente sono i tecnici della ditta ad occuparsi dell’installazione, e a indicarti la lista delle cose da fare, prima e dopo. Ma, quando si tratta di fare la manutenzione ordinaria, tocca a te occupartene. Tra le cose da fare per mantenere in forma il prato c’è l’innaffiatura. E sapere quando e quanto annaffiare il prato non è una questione da poco, anche perché la risposta dipende da vari aspetti. Vediamo allora quali sono questi aspetti in modo da capire quando e quanto annaffiare il prato.
La prima cosa da considerare, quando ci si dedica al prato, è che si tratta di un organismo che risponde, come altri, alle necessità naturali di alimentazione e cura. L’alimentazione dei vegetali in genere, e quindi anche del prato, avviene tramite le radici sottoterra. Ma anche lo stelo, fuori terra, che opera la fotosintesi della clorofilla tramite i raggi solari, è in grado di operare un minimo di assorbimento alimentare, di tipo fogliare. L’alimentazione più importante però, perché è lei che da maggior apporto nutritivo, è proprio quella radicale.
Tramite la radichetta infatti il filo d’erba assorbe sia l’acqua, che serve a mantenerlo verde, sia le sostanze che vengono distribuite sul terreno, come il concime. L’acqua infatti scioglie i sali contenuti nel concime e consente alla pianta di poterli assorbire in forma liquida, che è l’unico sistema che la radice conosce per alimentarsi. In pratica l’acqua scioglie i sali, li trasforma in soluzione liquida, e la pianta se ne può nutrire assorbendola con le radici. Quindi come potrai immaginare, dal punto di vista dell’alimentazione, l’acqua per il prato è fondamentale.
Questo però non significa che l’acqua vada distribuita senza criterio, sia perché comunque alla pianta bisogna dare a mangiare il giusto, che perché gli eccessi d’acqua infradiciano il terreno, arrecando un altro genere di danni. Infatti la radice, che rimane troppo tempo immersa nell’acqua, si indebolisce e viene attaccata da funghi e parassiti. Questo significa che l’acqua intorno alla radice deve rimanere il tempo sufficiente a darle la possibilità di assorbire i sali, e poi deve defluire altrove, cosa che succede regolarmente se il terreno è drenato e aerato. A questo punto rimane da decidere quando e quanto innaffiare il prato.
Quando Innaffiare il Prato
In genere il momento migliore è al mattino, quando il sole non è ancora sorto, e il prato è ancora rorido della brina notturna. Il terreno a questa ora ha tutto il tempo di assorbire l’acqua e di lasciarla andare molto lentamente, mantenendo umido e fresco il substrato.
Risulta essere un’ora che va bene anche per le foglie perché, appena spunta il sole e comincia a salire, tenderanno ad asciugarsi naturalmente, evitando funghi, parassiti e marciume.
Ovviamente questa è la regola generale, perché clima e stagioni sono fondamentali per decidere quando innaffiare.
Le stagioni
Quando il caldo comincia a salire, soprattutto a ridosso dell’estate, l’annaffiatura mattutina potrebbe non essere sufficiente. E per capire se è il caso di intervenire ancora basta controllare lo stato della zolla. Se è particolarmente asciutta bisogna dargli acqua, intervenendo questa volta nelle ore più prossime al tramonto, quando i raggi si sono indeboliti.
Ma anche la stagione fredda ha le sue regole, soprattutto se è abbondantemente piovosa. In questi periodi infatti le giornate sono più corte, il sole è tiepido, e l’umidità dell’aria in molti casi è più che sufficiente per mantenere fresco il prato. Questo significa che le irrigazioni possono essere diradate, o addirittura sospese per un buon periodo. Anche in questo frangente il controllo della zolla è fondamentale, come è fondamentale non adottare le stesse regole indiscriminatamente al nord come al sud Italia.
Il clima
Occhio alle giornate. Può scoppiare una giornata di scirocco in primavera, e dovere correre immediatamente ai ripari innaffiando il prato in un momento non previsto, oppure essere nel mezzo di una settimana piovosa a metà autunno e dover sospendere i cicli di irrigazione.
In questi casi torna molto utile installare un pluviometro collegato alla centralina di irrigazione. Se piove sarà lui a fermarla, evitando di sprecare acqua e di sovraccaricare il prato.
C’è da dire che esistono dei sistemi molto più sofisticati in grado di gestire l’innaffiatura in automatico, in funzione delle condizioni atmosferiche, ma ti toglieresti il gusto di occupartene personalmente. Cerchiamo a questo punto di capire anche quanto innaffiare.
Quanto Innaffiare il Prato
Anche la quantità di acqua da distribuire al prato dipende da una serie di elementi diversi. Se sei proprio all’inizio, e il prato è stato seminato di recente, oppure hai appena posato i rotoli, l’innaffiatura deve essere maggiore. Infatti per le prime settimane, e fino a quando il prato non radica per bene e la radice si assesta, il terreno deve rimanere costantemente umido. E lo stesso principio vale per il prato a rotoli, perché anche la zolla del substrato deve essere sempre umida. La radice in questa fase, infatti, deve superare il substrato e affondare nella terra, o il prato non attecchisce.
Una volta a regime però devi continuare ad innaffiare il prato, e la quantità da distribuire dipende, anche in questo caso, dal clima e dalla condizione della zolla. Se chi ha installato la centralina di irrigazione ti ha lasciato i parametri, allora ti basterà calcolare il tempo di erogazione, e saprai quanta acqua cade su ogni metro quadro. In alternativa puoi controllare l’etichetta degli irrigatori e vedere quanti litri al secondo sono capaci di erogare, quando la pompa è in funzione. Tutto ciò se i tubi e la pompa sono stati correttamente dimensionati, e l’acqua raggiunge la pressione giusta.
Se invece ti basta tenerti su dei valori medi, considera che generalmente 15 o 20 minuti d’acqua al giorno sono più che sufficienti, e che la quantità media per metro quadro è tra 4 e 6 litri d’acqua. Ma c’è anche un metodo abbastanza semplice per controllare la portata dell’acqua degli irrigatori. Basta collegare un tubo di gomma all’uscita dell’irrigatore, e mettere l’altro capo in un secchio millimetrato. Fare partire l’impianto e, contemporaneamente il cronometro, staccando tutto appena l’acqua nel secchio raggiunge i 10 litri. Il tempo impiegato diviso 10 ti darà la portata in termini di litro per minuto.
Ovviamente, anche in questo caso, la quantità media, nei mesi più caldi, deve aumentare, mentre in quelli freddi, o diminuisce o si sospende. Comunque sia, è la freschezza, o la secchezza, della zolla a determinare il tipo di interventi, anche per quello che riguarda la quantità. E devi tenere sempre presente che quella che deve rimanere umida è la zolla, dove affondano le radici. Essa non è particolarmente profonda, e non deve rimanere bagnata troppo a lungo, ma soltanto umida. Tra l’altro, anche se in fase di installazione del prato, il terreno è stato trattato in modo da farlo drenare correttamente, oggi potrebbe non essere più così.
Infatti il tempo, la natura del terreno, l’inclinazione, il concime stallatico, ed altri fattori possono avere modificato il suo valore drenante, e cambiato di conseguenza anche le regole per innaffiare il prato. In questo caso basta che tu faccia fare dei carotaggi leggeri in alcune zone del prato, e li mandi in laboratorio per analizzarli. Saranno gli specialisti, o l’agronomo, dati alla mano, a dirti se proseguire con la stessa quantità media di acqua erogata finora, oppure se cambiare regime, diminuendola o aumentandola.